Miglioramento dei mezzi di trasporto delle merci con l’utilizzo di risorse e materiali locali
L’efficacia nel trasporto di beni di consumo sta alla base di una solida economia produttiva. Nei Paesi del terzo mondo, allo scopo di sanare il gap che li separa dai Paesi industrializzati che si possono permettere tecnologie avanzate, occorre improvvisare. Un accorto utilizzo delle abilità individuali, della tradizione lavorativa e dei materiali a basso costo locali possono costituire dei vantaggi che favoriscono l’esportazione e che stimolano l’economia. Ormai dappertutto, a livello mondiale, i sacchetti di plastica costituiscono un grosso problema ambientale non solo per l’inquinamento ma anche per lo sterminio di molte specie animali terrestri e acquatiche. I sacchetti di plastica sono mediamente usati per 15 minuti ma ci vogliono 400 anni perché si decompongano. Il primo esperimento per gli studenti è stato di lavorare in gruppo, con il fine di recuperare i sacchetti di plastica ragionando su collegamenti e intrecci che permettessero di ottenerne una corda, strumento fondamentale per il trasporto di beni nel terzo mondo, lunga 3 m e che potesse reggere il peso di una persona: tre gruppi su quattro sono riusciti nell’intento, e il progetto vincitore (p. 22) è stato quello che proponeva, oltre alla funzionalità, il livello estetico più elevato. Per la seconda parte del workshop è stato chiesto ai gruppi di scegliere un paese del Sudamerica, dell’Africa o dell’Asia focalizzandosi sul tema dei trasporti, effettuando quindi una ricerca sulle tipologie, sulle infrastrutture e sui beni da trasportare. Non è st ato facile per gli studenti sviluppare idee nate da una ricerca propria, né lavorare così a grande distanza per paesi dei quali non avevano un’approfondita conoscenza. Sono stati scelti Perù, Congo, Ruanda e Kashmir. Per il Perù sono stati presi in considerazione i mezzi a spinta usati dagli agricoltori per trasportare merce al mercato in un tragitto che può durare vari giorni. Gli agricoltori si muovono con la famiglia, utilizzando il mezzo anche come alloggio per la notte. Il risultato è un’improvvisato carrettino con qualche accorgimento come un’amaca posta sotto il carretto stesso, trasformabile in seduta durante il giorno. I carretti da bicicletta utilizzati in Congo presentano lo svantaggio dello spazio di carico ridotto e della diffusa tendenza delle persone a caricare quanta più merce possibile per incrementare i profitti. L’aggiunta di una piattaforma triangolare, saldata rapidamente a fuoco dagli studenti su un prototipo in scala 1:1, ha dimostrato come una soluzione del genere permettesse di caricare il 100% di prodotti in più. Altri studenti hanno scelto gli scooter con carretti di legno, tipici della regione del Ruanda. Gli svantaggi di una ristretta area di carico e di scarsa stabilità sono stati risolti concependo il progetto di un triciclo costruito con legno e tecniche locali. Il Kashmir è una regione ricca di fiumi dove gli addetti al commercio usano i risciò come veicoli per portare le loro mercanzie in città, ma devono spesso usare anche i traghetti a pagamento. Il gruppo ha quindi creato un veicolo anfibio da trasporto a pedali, metà barca-pedalò e metà bicicletta. La conclusione dell’esperimento è stata entusiasmante: per la presentazione gli studenti hanno lavorato fino a tarda notte. È stata un’esperienza stimolante anche se sarebbe stata più interessante se il workshop si fosse svolto nei luoghi scelti e con la popolazione indigena. Sebbene gli studenti si siano concentrati sulla soluzione dei problemi, i risultati dei progetti concepiti rimangono più teorici che adatti all’uso quotidiano nei contesti locali presi in considerazione.
designer Stephan Augustin
tutor Peter Langer