Progettazione partecipata e comunicativa/strong>

Scopo del workshop è stato la progettazione di oggetti di design in rattan (una liana denominata malacca, nativa delle zone tropicali) il cui requisito fondamentale fosse la trasportabilità via container e la facile realizzabilità utilizzando esclusivamente manodopera e materie prime disponibile nella Repubblica Centrafricana. La Repubblica Centrafricana è una piccola repubblica situata al centro del continente Africano con capitale Bangui e circa 4 milioni di abitanti. Dopo il sanguinoso colpo di stato del 2003 l’economia del paese è completamente collassata rendendolo quasi totalmente dipendente dalla comunità internazionale e dagli aiuti umanitari. Nel 2005 l’indice di sviluppo umano dello stato è precipitato al 171esimo posto su 177 stati. Si tratta, quindi, di uno dei paesi più poveri del pianeta che necessita di una grande spinta innovativa per rilanciare la propria economia. In quest’ottica lo sviluppo dell’artigianato locale del rattan potrebbe costituirne un’ottima occasione per la riattivazione delle risorse locali. Il rattan è una materia prima facilmente reperibile in vari mercati della città, è un legno piuttosto duro, che si trova pronto per la lavorazione in rami di lunghezza di circa 2 o 3 m e di spessore variabile da 5 mm ad 1 cm. I rami vengono prima puliti e di seguito sfibrati ricavando delle strisce sottili e piatte con cui si eseguono gli intrecci. La tecnica dell’intreccio in rattan è in uso comunemente per la produzione di arredi ed accessori per la casa. Lo scopo del progetto è stato predisporre uno studio di fattibilità affinché il ricavato della vendita di questi oggetti, una volta messi in produzione e commercializzati in Italia, potesse finanziare progetti umanitari di sostegno alla Repubblica Centrafricana. Si è voluto così pensare ad un processo virtuoso dove i profitti ricavati dal lavoro realizzato in Africa potessero sostenere la crescita dell’economia locale rompendo la catene dello sfruttamento della manodopera a basso costo del sud del mondo per generare grandi profitti nel nord senza che vi sia una ricaduta sostanziale sulle economie locali. Il workshop si è svolto in forma partecipativa, perfezionando nell’occasione alcune prassi e tecniche di progettazione partecipata e comunicativa. Il lavoro è stato strutturato in gruppi di 3 – 4 persone che hanno collaborato al fine di arrivare ad un prodotto condiviso e unico, amalgamando le individualità in un processo unitario. Un aspetto fondamentale dell’esercitazione è stata l’analisi della sostenibilità del progetto dal punto di vista economico e soprattutto ambientale. Attraverso l’analisi della quantità di CO2 emessa nel corso del trasporto del materiale in Europa si è affrontato un aspetto ambientale spesso trascurato nella computazione sulla sostenibilità di un progetto. In questo modo si è voluto pensare ad un workshop che affrontasse contemporaneamente l’aspetto estetico, etico, economico ed ecologico dell’oggetto di design

designer Raoul Pantaleo
tutor Francesco Tencalla

BIOGRAFIA DESIGNER