Applicazione delle lavorazioni tradizionali, tipo Agaseks K’uruhindu, per prodotti ad alto valore commerciale.

Il tema di lavoro del workshop nasce con l’intento di sviluppare le possibilità produttive di una delle lavorazioni artigianali più interessanti della cultura ruandese, la lavorazioni tradizionale tipo Agaseks K’uruhindu. La tecnica artigianale si basa sull’intreccio di erbe locali per la creazione di oggetti. La particolare tecnica di intreccio, che usa lunghi e sottili fili d’erba e li cuce letteralmente insieme, richiede sapienza nella lavorazione e moltissimo tempo nella realizzazione. Ne risultano opere dalla straordinaria fattura e dai raffinati intrecci che ricordano più oggetti preziosi che non oggetti di uso quotidiano. Da queste considerazioni emerge che la creazione di prodotti con un alto valore commerciale renderebbe più congruo e redditizio il lavoro svolto dalle cooperative di donne ruandesi che attualmente si dedicano a questa
produzione artigianale. Da qui l’intenzione di far lavorare gli studenti sul tema del gioiello realizzato con la tecnica sopra descritta. Il tema proposto agli studenti è stato «Natura e Artificio. La Regola e la Forma». Il mondo naturale, di cui le erbe fanno parte a pieno titolo, si esprime attraverso forme organiche dietro le quali, però, si cela sempre una regola generatrice più o meno evidente. Infatti è proprio ispirandosi e studiando la natura che si è sviluppata una branca della geometria frattale che studia i cosiddetti frattali biomorfi.
Uno dei frattali biomorfi più riusciti è la foglia di felce i cui dettagli, detti autosimili, riproducono sempre la stessa figura. Le matematiche frattali sono riconoscibili anche nelle forme di un cavolfiore o le regole geometriche delle spirali sono evidenti nella casa mobile di animali come la lumaca. Quindi la natura non perde occasione di stupirci facendoci intravedere un mondo di regole che contribuiscono alla creazione di elementi finiti dalle forme organiche. Il gioiello ha nel suo dna una connotazione fortemente ornamentale e decorativa e, per sua natura, è strettamente correlato alla sensibilità creativa ed artistica del suo autore; è proprio per questa ragione che, durante lo svolgimento del workshop, gli studenti sono stati spinti a guidare il loro impulso artistico attraverso un percorso progettuale le cui regole fossero immediatamente riconoscibili nell’“oggetto” gioiello finale. Attraverso l’individuazione di una regola generatrice è stato chiesto agli studenti di far assumere al gioiello, oltre che il suo naturale carattere ornamentale, anche quello di configuratore ed estensore dello spazio intorno al corpo, un’architettura cui il corpo contribuisce a dare vita e significato. Controllare lo spazio attraverso degli oggetti rappresenta una delle prerogative più interessanti del lavoro del designer. Il tema proposto è stato svolto da tutti gli studenti con passione ed attenzione dando vita a risultati eccellenti che dimostrano come ognuno abbia saputo interpretare e dare una visione peculiare al progetto.

designer Massimo Brignoni
tutor Mauro Paialunga
in collaborazione con Club Soroptimist San Marino

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